Si è svolto ad Atene il 15mo Congresso Europeo di Psicoterapia Corporea, “Il Sé corporeo in una Società non corporea”, che è stato organizzato in collaborazione con il PESOPS, l’associazione che rappresenta l’ EABP (European Association for Body Psychotherapy) in Grecia.
Come nel passato, l’ EABP ha organizzato congressi di Psicoterapia Corporea in differenti nazioni.
Gli obiettivi di questi Congressi sono:
a. Sviluppare la nostra professione
b. Favorire l’incontro tra gli Psicoterapeuti Corporei associati e con i colleghi che provengono da altri orientamenti con lo scopo di scambiare informazioni ed anche per il piacere della reciproca compagnia.
La Psicoterapia Corporea si basa sulla visione della unità corpo mente. Recentemente questa visione ha ricevuto sempre maggiore attenzione dalle altre modalità di psicoterapia. Inoltre, i ricercatori di varie discipline scientifiche dichiarano che il Corpo è consapevole e che il Sé dell’uomo è corporeo.
Gli Psicoterapeuti Corporei vedono la persona come una complessa unità di esperienze, pensieri ed espressioni di se stesso. Ci si orienta all’esperienza del Sé non solo come un concetto, ma anche molto concretamente ad un’esperienza corporea, il cui primo linguaggio è il linguaggio delle sensazioni e del movimento. Questo fornisce un accesso ad aree che normalmente giacciono fuori dell’esperienza cosciente, come la prima infanzia o eventi traumatici.
In un intervento del dott. Genovino Ferri si illustra come nella memoria esplicita, cioè la memoria consapevole, gioca un ruolo fondamentale l’ippocampo, che ne è il deposito centrale. Tuttavia, l’ippocampo si sviluppa dopo i due anni di età. Prima abbiamo “memoria implicita”, cioè la memoria inconscia, che è depositata nel sé.
Nel sé, dunque, sedimentano le relazioni con l’altro in una specifica fase evolutiva. Queste modalità relazionali si depositano nell’afferenza periferica (corpo) e nell’area centrale (cervello).
Le modalità affettive si imprintano, quindi, nel nostro carattere già dalle prime esperienze di vita (pre-parto, parto, post-parto, ecc…) ed agiscono ancora oggi attraverso quelli che sono i nostri tratti caratteriali.
Il nostro carattere, la nostra personalità, le nostre modalità relazionali sono, dunque, interiorizzate – attraverso il corpo – nella nostra mente, come prodotto della nostra storia.
Ritengo, dunque, di valutare la mia partecipazione al Congresso molto positiva, in quanto le informazioni ricevute hanno messo in risalto aspetti rilevanti della pratica clinica, dai quali non si può prescindere nello svolgimento della professione. Spunti interessanti sono emersi anche durante lo svolgimento di workshop, attraverso la condivisione dell’esperienza diretta raccontata dai colleghi.
Suggestiva, poi, la location del congresso, piena di fascino e storia.